Il Parkinson fa diventare artisti?

Novembre 1, 2020

Questa malattia provoca in molti pazienti un’improvvisa esplosione di creatività: uno studio conferma l’ipotesi che la causa siano i farmaci utilizzati per trattare la malattia.

I medici osservano spesso che il Parkinson sembra provocare un’improvvisa vena artistica anche in persone che prima della malattia avevano scarsa o nessuna propensione per le attività creative. Sul perché questa malattia faccia all’improvviso diventare un po’ artisti c’erano finora solo ipotesi, ora un gruppo di ricercatori francesi, che descrivono il loro lavoro su Frontiers in Neurology dà una spiegazione plausibile del meccanismo: la causa dello scoppio di creatività non è la malattia in sé, ma i farmaci usati per trattarla.

Gli scienziati di Grenoble hanno preso in considerazione un gruppo di malati di Parkinson in procinto di sottoporsi a un trattamento chirurgico di stimolazione cerebrale profonda (DBS) per ridurre il tremore nelle fasi più avanzate della malattia. Tra di loro, ne hanno selezionato undici che avevano mostrato improvvise tendenze artistiche dopo l’inizio della malattia e del trattamento farmacologico. Qualcuno aveva iniziato a dipingere, altri a scolpire o a scrivere poesie. Poi hanno selezionato un gruppo “di controllo” di pazienti apparentemente privi di propensioni artistiche.

Quelli creativi, come è stato subito evidente, erano in cura con dosi assai più alte di farmaci rispetto a quelli “non creativi”. Fatto che, di per sé, non dimostra ancora niente, ma al controllo successivo dopo la chirurgia, che ha permesso a tutti i pazienti di ridurre fortemente la terapia farmacologia, anche la creatività era scomparsa o limitata.

Secondo i ricercatori, è una prova convincente del fatto che la creatività nel Parkinson sia legata ai farmaci usati per trattare la malattia. Più in generale, sarebbe una conferma ulteriore del fatto che la creatività è, almeno in parte, dipendente dal cosiddetto circuito della dopamina.

Questo neurotrasmettitore è noto per essere responsabile del comportamento motorio e per essere coinvolto nei processi emozionali del piacere e della ricompensa. Nel Parkinson vengono danneggiati e progressivamente distrutti i neuroni che producono dopamina, e i farmaci usati per contrastare i sintomi della malattia mimano nel cervello proprio l’azione di questo neurotrasmettitore.

I ricercatori citano i casi dei molti artisti, da Edward Munch a Virginia Woolf, affetti da disturbi mentali caratterizzati tra l’altro da disfunzioni del circuito dopaminergico e quelli dei tanti altri, da Jack Kerouac a Andy Wharhol, che ricorrevano alle anfetamine, che aumentano la dopamina in circolo, per facilitare la loro ispirazione.

Un esempio in più, secondo loro, che la creatività si annida anche (sicuramente non soltanto) nella biochimica del cervello.

(Focus)