Gli anticorpi monoclonali italiani pronti entro maggio per uso ospedaliero

Febbraio 5, 2021

Gli anticorpi monoclonali per la cura dei pazienti affetti da COVID-19 potrebbero essere un’arma imprescindibile per sconfiggere la pandemia, non alternativa, bensì complementare al vaccino, perché i vaccini e gli anticorpi monoclonali fanno due lavori diversi.

L’anticorpo è un meccanismo di difesa che tutti noi mettiamo in atto nel momento in cui c’è un invasore, che si tratti di un batterio o di un virus. Sono dunque armi di difesa potentissime che il nostro organismo è in grado di produrre in risposta a un nemico esterno.

Gli anticorpi monoclonali perché sono prodotti da cellule specializzate del nostro organismo che si chiamano linfociti B. Ognuno di questi si specializza nella sua vita per produrre un solo tipo di anticorpo e nel momento in cui ognuno di questi linfociti prolifera, cioè si divide e forma un piccolo raggruppamento di cellule che si chiama “clone”, ogni raggruppamento produce un solo tipo di anticorpo che si chiama appunto monoclonale. Quindi ogni anticorpo è in grado di riconoscere in modo estremamente specifico un solo antigene. Ad esempio, in questo caso, la proteina Spike del Coronavirus, ma altri anticorpi possono riconoscere altre proteine di altri batteri o virus.

Il laboratorio Mad Lab di Toscana Life Sciences, coordinato dal dottor Rino Rappuoli, che lavora allo sviluppo di anticorpi monoclonali contro infezioni batteriche o virali,  ha individuato e brevettato per primo in Italia gli anticorpi monoclonali per la cura dell’infezione da virus SARS-CoV-2. Per fare questo sono partiti dal sangue dei pazienti in fase di guarigione dalla malattia, perché in coloro che stanno guarendo dalla malattia, necessariamente ci sono anticorpi che stanno rispondendo all’agente invasore.

La ricerca è iniziata a fine febbraio 2020, quando in Italia è esplosa la crisi da Coronavirus e si è arrivati al brevetto il 30 giugno dello stesso anno. Uno dei vantaggi dell’approccio con anticorpi monoclonali è che hanno tempi di sviluppo più rapidi rispetto ai vaccini o ad altri farmaci antivirali.

Gli anticorpi monoclonali sono prodotti biologici terapeutici (non vaccini) che possono essere usati anche per profilassi, ovvero per immunizzazione passiva; possono essere utilizzati successivamente anche per identificare gli antigeni bersaglio per lo sviluppo di vaccini.

E poi sono più semplici da produrre a livello industriale perché non necessitano di un impianto dedicato come nel caso dei vaccini ma di una piattaforma che può essere rapidamente adeguata alla produzione di specifici anticorpi.

Dopo il brevetto, la Menarini di Pomezia ha prodotto su scala industriale l’anticorpo ritenuto  più potente, in accordo con quelle che sono le regole di sicurezza per la somministrazione nell’uomo ed ora è pronto per essere testato nelle varie fasi cliniche.

Le fasi sono di norma 3: la fase 1 coinvolge volontari sani perché si deve testare la sicurezza del prodotto perché non sia nocivo per i pazienti; durante la fase 2 si valuta l’efficacia, cioè la capacità dell’anticorpo di aiutare una persona infetta a guarire; nella fase 3, si estende platea di persone su cui l’anticorpo viene testato.

Ad aprile/maggio potrebbe arrivare l’autorizzazione ad un uso emergenziale, cioè limitato all’ambiente medico-ospedaliero e perciò dato alle persone che ne hanno bisogno.

dott.ssa Claudia Sala – Mad Lab di Toscana Life Sciences